mercoledì 26 settembre 2012

Step by step. Per scelta. O anche perché sennò gli ansiolitici sono dietro l'angolo

L'iperefficienza è una malattia. Sul serio. Comincio con un'operazioncina semplice. Per esempio, mettere ordine nella mia vita. Valuto cosa faccio, dove e con chi sono, se mi piace, cosa mi piace. Voglio trasformarlo in qualcosa che abbia una forma simile a me, che sappia di casa in ogni luogo in cui mi trovi. In men che non si dica mi ritrovo con i pensieri arruffati, tutto sembra difficile e vorrei il foglietto delle istruzioni illustrate come se stessi montando un mobile di ikea.
Così cerco di prendere tempo, metto i pensieri arruffati in pausa e fingo di non vederli, li aggiro e guardo altrove immedesimandomi in un gatto paziente appostatosi per acchiappare un topolino. Ed un gatto in caccia di soddisfazioni parte sempre con la pancia piena.
Mentre nutro lo spirito, la pancia, cerco di montare senza istruzioni un mobile che serva a districarmi i pensieri arruffati, e fingo di non voler acchiappare un topolino, rifletto. Forse oggi mettere a posto il cassetto della biancheria sarebbe un obiettivo più realistico che pretendere di risolvermi la vita. Tutta la vita. E poi, sai che noia dopo, se avessi già finito?

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